“Facciamo MURO!”, EVENTO Facebook per non perdere il filo
All’indomani dalla chiusura precauzionale dei teatri, scattata, qui a Milano, il 23 febbraio 2020 – e, pertanto, ormai esattamente un mese fa -, ci sono parse immediatamente chiare due cose:
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che la situazione era sinistramente preoccupante – “transeat” per la chiusura dei teatri, ma, da lì a poco, a cascata, sono state chiusi anche le scuole, i cinema, i musei… fatte giocare a porte chiuse le partite di calcio e poi addirittura sospeso il campionato… e, via via, innescato l’iter di serrate che, ad oggi, blinda il Paese in una situazione di allarmante seppur doverosa quarantena.
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che ci sarebbero stati vari ordini di problemi: il problema “tecnico” di capire come i teatri avrebbero potuto non interrompere il filo coi loro pubblici (la ripresa, quando finalmente ci sarà, sarà durissima, specie per questo settore); quello “umano” di evitare che l’isolamento sociale potesse innescare reazioni ansiogene, abbandoniche o di isolamento sociale. È normale lamentarsi del tran-tran quotidiano, quando rischia di travolgerci; non meno lo è lasciarsi sopraffare dal vacuum di una situazione che non è vacanza (ergo, per sua stessa natura transeunte), ma obbligo imposto – e inevitabilmente mal tollerato -, come talvolta capita, con esiti ben meno allarmanti, a certuni dopo la pensione.
Ne va della propria identità, del riconoscimento in essere di sé e della legittimazione del proprio fare – anche quando questo si espliciti nell’essere dall’altra parte e, quindi, in qualche modo correi, di quell’atto teatrale, che per sua natura non può essere in solitaria, ma chiama l’altro a testimonio e giudice.
“Non è il Teatro che è necessario, ma assolutamente qualcos’altro.
Superare le frontiere tra me e te”
(Jerzy Grotowski )
È da questi focus, soprattutto, che fasce l’evento Facebook “FacciAMO MURO”. Il senso è immediatamente chiarito da quelle declinazioni d’intenti “un MURO x PRESERVARSI“, “un MURO x NON ISOLARSI“, che abbiamo scelto di mettere già nell’immagine di copertina. L’invito, così ci pare, spiegato nella call.