La stagione dei Linguaggi Creativi: se questo è il ‘piccolo’…
Nell’insolito orario dell’aperitivo – che non ha poi mancato di condividere con gli intervenuti… – e nella giornata cult del sabato pomeriggio, ieri Linguaggi Creativi ha presentato la propria Stagione 2014-2015 dal titolo: “Eppur si muove” – con allusione a tutto quel fermento che, inevaso, forse, dai teatri istituzionalizzati, ritrova, nella nostra città, una miriade di occasioni di aggregazione, confronto, espressione in quel brulichio di spazi, che piccole associazioni culturali riescono ancora a mettere in piedi e a tener in vita, nonostante tutto.
Così è parso inevitabile, a Paolo Trotti – con direttore artistico, assieme a Simona Migliori e Amedeo Romeo chiedersi -, inaugurare, ormai quattro stagioni fa, chiedendosi: “Perché un altro spazio teatrale, a Milano?”. Ed altrettanto spontanea è stata la risposta: che parla della voglia di far teatro alla propria maniera, dando spazio alla drammaturgia contemporanea in senso forte, “dando spazio agli ‘amici’, anzitutto” – felice il paragone con la logica di chi apre un bar: “I primi che inviti e a cui dai da bere sono gli amici; gli altri arriveranno a di conseguenza…” -, e non producendo soltanto i nostri spettacoli“.
Ma vediamola, questa stagione – che quest’anno, accanto a spettacoli più o meno brillanti, drammatici, riusciti (anche se questo lo potremo dire solo a posteriori, tanto più che, come puntualizza Romeo: “Noi diamo credito ai progetti e quello che sarà il risultato finito, lo scopriremo insieme soltanto quando lo spettacolo verrà portato in scena…”) – si arricchisce della “RASSEGNA VEDO, SENTO, PARLO…GUSTO!“ in collaborazione con Vanghè Ambulatorio d’Arte. Per quattro venerdì – 31 ottobre, 28 novembre, 30 gennaio e 27 febbraio -, si terranno serate a tema, legate ai laboratori per utenti dei servizi psichiatrici del Dipartimento Salute Mentale A.O San Paolo: lo spirito è quello della condivisione dell’esperienza teatrale anche attraverso momenti di convivialità comune. Accanto a questo, altro progetto speciale, sarà: “RICCHI DI COSA, POVERI DI COSA?”. Illuminate, il sottotitolo: “Reportage teatrale fra giornalismo, fotografia e musica”; il riferimento è alla performance della la giornalista Livia Grossi, che, forte di una lunga frequentazione testimoniale in Burkina Fasu e Senegal, darà voce ai suoi stessi articoli su emigrazione e teatro – interrogandosi sul reale significato di ricchezza e povertà -, supportata dalla proiezione di fotografie di Emiliano Boga – freelance prematuramente scomparso poco più di un anno fa – e dalla musica dal vivo, suonata da Jali Omar Suso. E, poi: “Perché per noi il teatro non è solo parola, ma un luogo adatto ad ospitare anche forme diverse d’arte” – sottolineano i direttori artistici – anche serate di reading: il 15 novembre: “PASOLINI, MON AMOUR” in collaborazione con Comune di Milano e Consiglio di zona 6, nell’ambito di BOOKCITY e il 12 dicembre: “NELLA PROSSIMA VITA” con Federico Sirianni (voce, chitarra, armonica), Raffaele Rebaudengo (viola e violino) e Vito Miccolis (percussioni).
Finalmente la Stagione nel senso più tradizionale: le tre Produzioni di Linguaggi – nei 2 week end 17/19 2 24/26 ottobre: “IL GIOCO DI EFFE (Social game over)”, di Paolo Trotti, regia di Elena Parretti e Amedeo Romeo e con Simona Migliori, su cyber bullismo e omofobia; il 29 e 30 novembre: “CHI NON LAVORA, NON” di Amedeo Romeo e Paolo Trotti, regia di Paolo Trotti e con Amedeo Romeo, racconta la storia dell’acquisto a rate di una vasca da bagno, allora bene ritenuto di lusso, e di tutto il conseguente precipitato, anche e soprattutto a livello di riflessione esistenziale, derivante dall’impossibilità di saldarne le rate a causa della perdita dell’impiego da parte del protagonista; 16/18 gennaio: “LUREX” di Simona Migliori, regia di Amedeo Romeo, con Patrizio Luigi Belloli e Simona Migliori: riflessione tragicomica sulla solitudine di due generazione mille euro, la cui vita si spartisce e confonde fra gli squallori di un call center e le irreali vicende di una fiction, in cui finiscono per identificarsi, nel vano tentativo di sfuggire alla monotonia delle loro giornate senza senso; coproduzione con ArteVox, l’8 e 9 maggio è “AUT, UN VIAGGIO CON PEPPINO IMPASTATO” di Paolo Trotti, Simona Migliori, Giuseppe Adduci, regia di Paolo Trotti e con Stefano Annoni a raccontare non tanto del personaggio Impastato, tristemente noto alle cronache perché vittima della mafia, quanto dell’uomo Peppino: con le sue fragilità, idiosincrasie, sbalzi d’umore, “perché quel che volevamo era parlare dell’uomo – come ha puntualizzato Trotti -: ci sembrava più interessante che raccontare del personaggio…”, di cui parla già il film.
Recuperando un criterio cronologico, gli altri spettacoli – quasi tutti debutti -: il 31 gennaio e 1 febbraio: “LE SERVE DI JEAN GENET”, regia e scena Emanuela Rolla, con Emanuela Rolla, Susanna Gozzetti, Gabriella Fossati, unico testo di un autore contemporaneo non vivente; il 6/8 e 13/15 febbraio: “MADAME CYCLETTE” da un’idea di Patrizio Belloli, con Elena Cleonice Fecit, Paui Galli e Andrea Tibaldi, Creazione drammaturgica collettiva e regia di Patrizio Belloli, sul vano spettro di una giovinezza protratta coute-qui-coute, raccontataci da una signora di mezz’età, che, pedalando, ringiovanisce; il 28 febbraio e 1 marzo: “NELLA GIOIA” di Amedeo Romeo e Sabina Villa, con Sabina Villa – con frammenti da “L’ARTE DELLA GIOIA” di Goliarda Sapienza; il 6 e 7 marzo: “BARBIE E’ MORTA” di e con Serena Facchini ed Elena Parretti, a proposito degli stereotipi femminili e di cosa ne sarebbe del mondo, se, alla fine, le donne prendessero il sopravvento, sterminado il genere maschile; 13/15 marzo: “PIOMBO” regia di Carlotta Origoni con Martina De Santis e Sara Urban, su gli anni così chiamati, visti da due sorelle, decise a viverli con modalità e coinvolgimento differenti; 20/22 marzo: “IL COMPLESSO DI TELEMACO” di Mauro Lamantia e Filippo Renda, con Mauro Lamantia e Simone Tangolo, regia di Filippo Renda, produzione Idiot Savant, a proposito della vacatio di ruoli paterni, nella nostra civiltà, in cui il momento dell’assunzione di responsabilità da parte dei ‘padri’ viene procrastinato sine die, impedendo agli stessi figli il conseguente raggiungimento di un’identità propria – qui reso attraverso le vicende tragicomiche di un Telemaco dei nostri giorni -; dal 27/29 marzo: “RUMORI (Inutili conversazioni su rimbalzi di Mosche)” di Antonello Antinolfi, regia di Francesco Leschiera, con Alessandro Macchi, Luigi Maria Rausa, Francesco Leschiera, Produzione Teatro del Simposio a restituirci lo spaccato di un’esistenza giocata fra una molteplicità di stimoli esterni, talmente intorpidente da stordisci, rendendoci come delle mosche, appunto, perennemente perse dietro a imput in costante mutamento; 10/12 aprile: “LA SOLITA TRUFFA” di Renato Gabrielli, regia di Massimiliano Speziani, con Francesca Perilli e Laura Gamucci sul vuoto, giocato entro la relazione fra due sorelle, su cui incombe la figura di un padre assente; e dal 17!19 aprile: “IN CARNE E WIRELESS” di Francesco Camattini e Federica Bognetti, regia e scrittura scenica di Federica Bognetti, con Federica Bognetti, al piano Alessandro Sgobbio, musiche e canzoni di Francesco Camattini e Alessandro Sgobbio, Produzione Francesco Camattini – CompagniaVerandaRabbit, sempre a proposito di precariato – esistenziale e non.
Completa il quadro la Stagione Bimbi, inaugurata questo pomeriggio con spettacolo e merenda.