Milano Off Fringe Festival 2023 fra teatro e marketing culturale
Gemello del Catania Off Fringe Festival (che si terrà a breve, dal 16 al 29 ottobre), dal 25 settembre all’ 8 ottobre 2023, il Milano Off ha invaso la città con la sua sferzata di spettacoli, incontri ed eventi, capaci di coinvolgere il pubblico, spostandolo attraverso 17 quartieri differenti.
49 spettacoli, 190 repliche e più di 80 eventi sono i numeri della costola italiana del Fringe Festival di Avignone – questa la scintilla, che innescò la prima edizione, il Milano OFF Isola Festival, nel 2016. Quartier generale, quest’anno, è stato il Mercato Centrale (all’interno dell’omonima Stazione), naturale luogo di passaggio, incontro e scambio non solo di treni, viaggi e coincidenze, ma anche di sapori e – ça va sans dire – di quei saperi, storie, racconti, sensazioni e narrazioni, che spesso accompagnano l’umanissimo andare. È vocazione naturale del luogo, pertanto, volgere tutto ciò in convivialità, aprendosi ad accogliere eventi culturali più o meno informali e occasioni aggregative.
Il concept di Milano Off
Nato dall’idea dei Direttori Artistici Renato Lombardo (organizzatore culturale di eventi legati al teatro e alla musica jazz internazionale) e Francesca Romana Vitale (avvocato specializzato in diritto dello spettacolo, oltre che autrice, attrice e direttrice artistica di PALCO OFF Catania e Milano), questo, in fondo, fa Milano Off. S’ingegna nel proporre spettacoli per tutti i gusti (monologhi, prosa, teatro fisico, teatro di figura, teatro in lingua inglese, stand up comedy… fino al primo tentativo di musical off) oltre a eventi, visite guidate, incontri e dibatti (il cosiddetto Off dell’Off).
Il risultato? La creazione di una rete di artisti, teatri, spazi nascosti più o meno convenzionali, botteghe e piccoli esercizi commerciali di quartiere. Il fine? Coinvolgere/intercettare sia nuovo pubblico, che forze “produttive” inedite. Al primo offre la possibilità di partecipare in modo attivo attraverso percorsi di formazione/sensibilizzazione per le scuole dei vari ordini o diventando volontario o, ancora, ospitando un artista a casa propria. Senza scordare la FIL Card ovvero uno strumento che consente di avere biglietti a prezzo ridotto.
La card FIL (che, strizzando l’occhio al Prodotto Interno Lordo, si propone come acronimo di Felicità Interna Lorda) innesca anche la possibilità di accedere ad un circuito di esercizi commerciali amici del Festival e pertanto disposti a sostenerne le economie. Una piccola somma viene detratta dagli acquisti fatti dai possessori di suddetta card, in cambio della tacita promozione proveniente dall’essere inclusi fra gli esercizi del circuito. Una logica in fondo non così lontana dall’etica di reciprocità e sostenibilità di altre forme solidali di acquisti dal basso.
In fine, per gli artisti, spesso provenienti dalle altre piazze (a cui la partecipazione al fringe, quo tale, inevitabilmente comporta uno sforzo economico), intanto la possibilità di essere accolti in case private e di accedere al pubblico di una città, che, negli anni, si è sempre più guadagnata il titolo di capitale dello spettacolo dal vivo. In più, lo sforzo di visibilità, anche nell’accezione di promozione in prima persona (com’è nello spirito dei fringe), qui è finalizzato alla concreta possibilità di accedere a borse di studio in denaro o di essere selezionate a partecipare ad altri festival internazionali e, da quest’anno, nella prossima stagione del Piccolo Teatro di Milano. Quanto agli operatori coinvolti in giuria: ma lo sapevate che ci si può candidare direttamente da sito, compilando semplicemente un form? Quando teatro e inclusione vanno di pari passo.
Tirando le somme
Sono passate solo cinque edizioni da quel primo Milano OFF Isola Festival, coraggiosamente esordito, dal 2 al 5 giugno 2016, in quello che tradizionalmente è il primo week-end/ponte estivo. Una Milano svuotata da, parafrasando, le prime smanie per la villeggiatura, eppure una scintilla, che, una volta innescata, ha portato a un crescendo di numeri sia sul fronte degli spettacoli e spazi coinvolti, repliche e pubblico pagante, che di partner, artistici e commerciali coinvolti, fino ad una rete di collaborazioni sempre più fitta e capillare – e, per chi scrive, di una cura e qualità artistica, oltre che organizzativa sempre più in grado d’incuriosire e coinvolgere operatori e pubblico di una Milano, che ci piace immaginare (non solo) da bere.